Flat Tax

Letteralmente, “tassa piatta”. Indica un sistema fiscale non progressivo in cui si applica una sola aliquota indipendentemente dal livello di reddito dei singoli. Sistemi di flat tax sono stati introdotti con la speranza di stimolare la crescita, inoltre semplificano il sistema rispetto a modelli con più aliquote.

È un sistema che caratterizza alcuni Paesi dell’Europa dell’Est. Alcuni studiosi sostengono che abbiano beneficiato dall’adozione della flat tax, in particolare le repubbliche baltiche.

Dal 2020 flat tax al 20% fino a 100mila euro

Confermato il via libera alla flat tax al 15% per professionisti e piccole imprese con ricavi e compensi fino a 65mila euro. Dal 2020 per chi guadagna dai 65mila ai 100mila euro – scrive la bozza – potrà scattare una imposta sostitutiva pari al 20%

Rottamazione bis delle cartelle di pagamento (FAQs)

FAQ – Definizione Agevolata 2017
(Dl n. 148/2017)

 

 

1. Quali sono i debiti che rientrano nella definizione agevolata 2017?

Il decreto legge n. 148/2017 (art. 1) stabilisce che i benefici previsti dalla definizione agevolata, la cosiddetta rottamazione delle cartelle, vengano applicati alle somme riferite ai carichi affidati all’Agente della riscossione nel periodo dal 1° gennaio al 30 settembre 2017. Chi aderisce dovrà pagare l’importo residuo del debito, ma senza corrispondere le sanzioni e gli interessi di mora. Per le multe stradali, invece, non si dovranno pagare gli interessi di mora e le maggiorazioni previste dalla legge.

2. Per aderire alla definizione agevolata 2017, devo fare una richiesta?

Il decreto legge n. 148/2017 stabilisce che per aderire alla definizione agevolata è necessario inviare una istanza ad Agenzia delle entrate-Riscossione entro il 15 maggio 2018. Il contribuente deve compilare l’apposito modulo (DA-2017) scaricabile dal portale www.agenziaentrateriscossione.gov.it e disponibile anche presso i nostri sportelli.

3. Dopo aver compilato il modello DA-2017, come posso presentarlo?

Coloro che hanno una casella di posta elettronica certificata (pec) possono inviare il modulo DA-2017, insieme alla copia del documento di identità, alla casella pec della Direzione Regionale dell’Agenzia delle entrate-Riscossione di riferimento (l’elenco si trova a pagina 4 del modulo DA-2017 e sul portale www.agenziaentrateriscossione.gov.it).
In alternativa il modulo di adesione può essere consegnato ai nostri sportelli presenti sul territorio nazionale (esclusa la regione Sicilia).

4. Una volta che ho presentato il modello DA-2017, cosa succede?

L’Agenzia delle entrate-Riscossione deve inviare una comunicazione di accoglimento o di diniego entro il 30 giugno 2018. In caso di risposta positiva, l’Agente della riscossione comunica l’ammontare del debito ammesso alla definizione agevolata e invia i relativi bollettini di pagamento.

5. Devo pagare in un’unica soluzione oppure posso rateizzare?

È possibile pagare in un’unica soluzione oppure a rate (fino a un massimo di 5), rispettando le date di scadenza riportate sulla comunicazione inviata da Agenzia delle entrate-Riscossione e sui bollettini di pagamento.
Il decreto ha fissato le scadenze delle rate nei mesi di:

  • luglio 2018 (20% del debito della definizione agevolata);
  • settembre 2018 (20%);
  • ottobre 2018 (20%);
  • novembre 2018 (20%);
  • febbraio 2019 (20%).

6. Dove posso pagare le rate della definizione agevolata 2017?

Per pagare sono disponibili i seguenti canali:

  • portale www.agenziaentrateriscossione.gov.it;
  • App EquiClick;
  • sportelli di Agenzia delle entrate-Riscossione;
  • sportelli bancari;
  • uffici postali;
  • home banking;
  • punti Sisal e Lottomatica;
  • tabaccai convenzionati con Banca 5;
  • sportelli bancomat (ATM) che hanno aderito ai servizi CBILL;
  • Postamat;
  • domiciliazione bancaria.

7. Cosa succede se non pago una rata o pago in ritardo?

Chi non paga le rate, ma anche chi paga in misura ridotta o in ritardo, perde i benefici previsti della definizione agevolata. Gli eventuali versamenti effettuati saranno, comunque, acquisiti a titolo di acconto dell’importo complessivamente dovuto.

 

Sul mancato o ritardato pagamento della prima rottamazione

1. Non ho pagato la prima (o unica) rata di luglio, né la seconda di settembre 2017, come previsto dal Dl n. 193/2016 convertito dalla Legge n. 225/2016. Posso mettermi in regola?

Il decreto legge n. 148/2017 prevede che è possibile rimettersi in regola con i pagamenti relativi alla definizione agevolata, cosiddetta rottamazione delle cartelle, pagando (senza ulteriori addebiti) entro il 30 novembre 2017:

  • gli importi della rata scaduta nel mese di luglio 2017 (prima o unica rata);
  • gli importi della rata scaduta nel mese di settembre 2017.

Rimane invariata la scadenza della rata di novembre 2017 che deve essere pagata entro il giorno 30.

2. Prima di pagare la rata o le rate non saldate, devo comunicarlo ad Agenzia delle entrate-Riscossione?

No, il decreto legge n. 148/2017 prevede che chi paga la rata o le rate relative alla definizione agevolata scadute a luglio e settembre 2017, non deve darne comunicazione ad Agenzia delle entrate-Riscossione.

3. Ho già pagato, ma non ho rispettato le scadenze previste (luglio e/o settembre 2017) nel mio piano di rateizzazione. La mia definizione agevolata è ancora valida?

Il decreto legge n. 148/2017 ha fissato la scadenza di pagamento delle rate di luglio e settembre 2017, al prossimo 30 novembre. Pertanto, se il contribuente ha già pagato, seppur in ritardo, la definizione agevolata è ancora valida. Per non perdere i benefici previsti, dovranno essere rispettate le altre eventuali scadenze indicate nel piano di rateizzazione scelto dal contribuente al momento dell’adesione alla definizione agevolata (Modello DA-1).

4. Dopo aver pagato quanto dovuto entro il 30 novembre, cosa succede?

Il contribuente dovrà rispettare le scadenze del suo piano di rateizzazione indicate al momento dell’adesione alla definizione agevolata che, come previsto dal decreto legge n. 193/2016 convertito dalla Legge n. 225/2016, fissa la eventuale quarta rata ad aprile 2018 e la quinta e ultima a settembre 2018.

50 mila euro per chi sogna di aprire un’impresa al Sud

Partito il conto alla rovescia per i giovani del Sud che sognano di aprire un’impresa. Subito dopo l’estate, se il Governo rispetterà i tempi, chi ha meno di 35 anni e ha un progetto imprenditoriale nel cassetto potrà bussare a Invitalia per chiedere un aiuto fino a 50mila euro per coprire le spese per avviare la propria azienda, che possono diventare 200mila euro in caso di più soci.

Resto al Sud

Dopo la pubblicazione in Gazzetta del decreto per il rilancio del Mezzogiorno e lo sblocco nei giorni scorsi delle risorse fino al 2019 da parte del Cipe il Governo ha ora un mese per approvare il decreto attuativo – tocca al ministero della Coesione territoriale di concerto con Mef e Mise – con le modalità per accedere a questo incentivo chiamato non a caso “Resto al Sud”. Se tutto va bene la misura sarà operativa già da settembre.

Partite Iva, la legge che non c’è: Statuto ancora senza «Gazzetta»

Chi l’ha vista?». Stavolta non è il caso di una persona scomparsa, ma di una legge di cui si è persa traccia. O meglio, la legge c’è a tutti gli effetti ma le manca solo il traguardo finale per diventare effettivamente operativa: la pubblicazione in «Gazzetta Ufficiale». Già, perché la legge «Misure per la tutela del lavoro autonomo non imprenditoriale e misure volte a favorire l’articolazione flessibile nei tempi e nei luoghi del lavoro subordinato» – più nota come Jobs Act autonomi o lo Statuto del lavoro autonomo – è stata definitivamente approvata dal Senato lo scorso 10 maggio. Poi è stata firmata dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, come risulta dal sito del Quirinale. Tanto è vero che ha già una data: 22 maggio 2017.

Manca l’approdo in «Gazzetta Ufficiale»
Perché si completi un percorso di “genesi legislativa” è necessario però la pubblicazione in «Gazzetta Ufficiale». Finora non è avvenuto. E la prospettiva – a meno di un’accelerazione improvvisa – è che possa passare ancora qualche giorno, forse addirittura all’ inizio della settimana prossima. Un po’ perché potrebbe essere “sorpassata” da altri provvedimenti: il caso più lampante è il decreto legge sui vaccini varato dal Consiglio dei ministri del 19 maggio scorso. Un po’ perché la «Gazzetta Ufficiale» di questa settimana salterà un’uscita, quella del 2 giugno che è un giorno festivo.

allegato:  Ddl autonomi

730/2017: novità e scadenze della nuova dichiarazione dei redditi

Il Fisco ogni anno ci chiede di dichiarare quanti redditi abbiamo prodotto e per farlo il modello più utilizzato è il 730. Come per gli anni passati, anche per il 2017 il 730 può assumere due vesti: cartaceo, quello classico oppure precompilato, on line. Vediamo chi sono i soggetti che possono usare il 730/2017, quando è possibile utilizzare una versione e quando l’altra, le scadenze previste per quest’anno e le novità fiscali che riguardano la casa che sono entrate nella dichiarazione 2017.

Modello 730/2017: chi può usarloIl modello 730 è la dichiarazione dei redditi per eccellenza utilizzata da lavoratori dipendenti e pensionati per dichiarare quanti redditi si sono prodotti l’anno precedente e su cui poi verranno calcolate le tasse da pagare con delle trattenute nella busta paga o nella pensione o eventualmente i rimborsi da erogare al contribuente.Chi sono i soggetti che possono usare il modello 730/2017? A darne un elenco è l’Agenzia delle Entrate nelle istruzioni della dichiarazione dei redditi ed essi sono:

  • pensionati
  • lavoratori dipendenti (compresi i lavoratori italiani che operano all’estero per i quali il reddito è determinato sulla base della retribuzione convenzionale definita annualmente con apposito decreto ministeriale)
  • persone che percepiscono indennità sostitutive di reddito di lavoro dipendente (es. integrazioni salariali, indennità di mobilità)
  • soci di cooperative di produzione e lavoro, di servizi, agricole e di prima trasformazione dei prodotti agricoli e di piccola pesca
  • sacerdoti della Chiesa cattolica
  • giudici costituzionali, parlamentari nazionali e altri titolari di cariche pubbliche elettive (consiglieri regionali, provinciali, comunali, ecc.
  • persone impegnate in lavori socialmente utili
  • lavoratori con contratto di lavoro a tempo determinato per un periodo inferiore all’anno
  • personale della scuola con contratto di lavoro a tempo determinato
  • lavoratori che posseggono soltanto redditi di collaborazione coordinata e continuativa
  • produttori agricoli esonerati dalla presentazione della dichiarazione dei sostituti d’imposta (Mod. 770), IRAP e IVA.

Ordinario o precompilato: quale utilizzare?Come per gli altri anni, anche il 730/2017, relativo ai redditi prodotti nel 2016, può essere presentato a scelta del contribuente nella versione classica cartacea o on line in forma precompilata.Partendo da quest’ultimo, il 730 precompilato è così chiamato perché in alcune sue parti è stato già compilato dall’Agenzia delle entrate, dalle spese sanitarie a quelle universitarie, dalle spese funebri ai premi assicurativi, dai contributi previdenziali ai bonifici per interventi di ristrutturazione edilizia e di riqualificazione energetica, e altro ancora. Il 730 precompilato è reperibile dal 15 aprile 2017 in un’apposita sezione del sito dell’Agenzia, a cui si potrà accedere dotati del codice Pin dell’Inps oppure tramite le credenziali di accesso a Fisconline o tramite Spid, il nuovo sistema pubblico di identità digitale per accedere ai servizi della pubblica amministrazione. Chi accetta online il 730 precompilato senza apportare modifiche non dovrà più esibire le ricevute che attestano oneri detraibili e deducibili e non sarà sottoposto a controlli documentali. Se invece alcuni dati del 730 precompilato dovessero risultare incompleti o non corretti il contribuente deve modificarli o integrarli.Chi riceve il 730 precompilato non significa che deve utilizzarlo in via obbligatoria. Può anche scegliere di utilizzare il 730 ordinario, rivolgendosi per l’assistenza ad un Caf o ad un professionista oppure al proprio sostituto di imposta (datore di lavoro o ente pensionistico) e in tal caso dovrà presentare il 730 già compilato.Scadenze 730/2017Il modello 730 precompilato deve essere presentato:

  • entro il 23 luglio se si presenta direttamente all’Agenzia delle entrate
  • entro il 7 luglio se si presenta al proprio sostituto di imposta o al Caf o ad un professionista.

Il modello 730 ordinario deve essere presentato invece entro e non oltre il 7 luglio direttamente, o al proprio sostituto o avvalendosi dell’aiuto di un Caf o professionista abilitato.Le novità fiscali per la casaCome per gli altri anni, anche nel 730/2017 entrano di diritto le agevolazioni fiscali classiche dalle spese mediche a quelle universitarie, passando per le spese funebri, veterinarie, a quelle che riguardano la casa come le spese per l’affitto, quelle per gli interventi di ristrutturazione e di risparmio energetico, il bonus mobili e anche tutta una serie di novità.Tra queste abbiamo:

  • la detrazione fiscale al 50% per spese di arredo dell’immobile acquistato da giovani coppie under 35 anni (agevolazione questa che non è stata prorogata quest’anno dalla legge di stabilità): tale detrazione è concessa alle giovani coppie, conviventi di fatto da almeno 3 anni o coniugati, che acquistano un immobile da adibire ad abitazione principale e sostengono le spese per l’arredo della stessa (mobili nuovi esclusi i grandi elettrodomestici) entro il limite di 16mila euro.
  • la detrazione per le spese per canoni di leasing per l’abitazione principale: viene riconosciuta una detrazione Irpef al 19% dell’importo dei canoni di leasing pagati nel 2016 per l’acquisto di unità immobiliari da destinare ad abitazione principale ai contribuenti che alla data di stipula del contratto avevano un reddito non superiore a 55mila euro
  • la detrazione del 50% dell’Iva pagata nel 2016 per l’acquisto di un immobile in classe energetica A o B
  • la detrazione al 65% per spese sostenute per l’acquisto, installazione e messa in opera di dispositivi multimediali per il controllo da remoto degli impianti di riscaldamento e/o produzione di acqua calda e/o climatizzazione dell’unità abitativa.